288 Sostituisco Orlando nel Consiglio Supremo [15.11.19] nerale Cavallero per l’Italia, il generale Alby per la Francia, il generale Bliss per l’America, il generale Wilson per l’impero britannico. La grossa figura di Clemenceau — dalla testa che veramente ricorda il tigre per la sua rotondità, per gli occhi di acciaio sormontati da ispide, foltissime sopraciglia, per i baffi spioventi e per la bocca larga e le mandibole possenti; dalle braccia lunghe che terminano in mani sempre coperte con mezzi guanti di lana scura, e in dita che sembrano artigli — contrasta col corpo piccolo, tozzo di Pichon che, tutto sorrisi e cortesie, sembra saltare sulla sedia e quasi tremare ogni volta che Clemenceau pronuncia una frase che il più spesso ha il sapore di uno schiaffo. Il colonnello House ha una testa a pera, lucida, due occhi vivi, due baffetti grigi; parla sempre con grande cortesia; è un perfetto tipo di diplomatico. Balfour è alto, poderoso, inglese al duecento per cento; sarebbe diplomatico fino alla punta dei capelli, se li avesse ancora. Rappresenta la tradizione della grande politica vittoriana. Winston Churchill è naturalmente sbarbato. Ha una faccia caratteristica a tratti marcati, che non si dimentica quando si è vista una volta. Ha una eleganza di portamento e di vestiario tutta sua speciale; movenze vivaci e parole incisive: tipo eminentemente anglosassone, anche lui, sebbene in netto contrasto col tipo monumentale impersonato da Balfour. Sonnino è alto, secco e a sentirlo parlare nel più puro inglese, con cadenza inglese, pare proprio un inglese fra gli inglesi. I giapponesi sono per noi europei della gente fabbricata in serie: mi torna diffìcile distinguere l’uno dall’altro e tanto più capirli se rarissimamente parlano in inglese. Sorridono sempre, anche nei momenti tragici. I primi delegati siedono in semicerchio come in tribù-