maggior ascensione della linfa (quando sente e geme), e legata quando ha 1’ occhio formato e pronunciato. “ Tajame eh’ i’ senti, leighime cu ì’ vidi “ Cavo scourto (o avv. courto), vendima longa Anche il granone ha la sua voce e vuole essere ascoltato. Lasame ciàro, saperne pèicio, incàlsame grando eh’i ’ t’in-piarè al granèr. Tralascio di fare un vero calendario del campagnolo di Dignano, lascio i dettati sui Santi che segnano le probabili variazioni climatiche, porti pure la viola San Sebastiano o la pelliccia febbraio ; trascuro San Marco e San Michele, con le merende, ed altre sante ancora e rimando invece il lettore al lavoro di F. Babudri, pubblicato sulle pagine Istriane, perchè questo nei detti e nelle massime abbraccia tutta la vita dell’ agricoltore istriano e quindi molto bene anche quella del dignanese. “ Zenèr i gati và a per “. “ I calèighi de Zenèr tasa le fiure al mandoler In febbraio i tempi sono molto incostanti; le piog-gie e le bore si alternano e guastano la vegetazione precoce, perciò : “ Febraro scova orti. Febrarol, curtarolo, pezo de dòuti, Ano de gierba, ano de... Ano mandolàto, ano traviato (d’abbondanza di mandorle). Ano de màndole, ano travajus. Pourasè mandole, pouràsè matatèje “. Il fiore del mandorlo lega bene quando il gennaio e il febbraio sono mesi asciutti, senza lo scirocco ; tale tempo è favorevole anche allo sviluppo delle radici del grano e di tutte le biade. Ecco perciò : “ Pourasè mandole, pourasè gran 298