morbida e fine, adatta quindi per le più pregiate confezioni di moda ; guanti, calzature e affini. Tentativi sono stati fatti varie volte per la lavorazione della concia. Nell’ anteguerra fioriva a Dignano l’industria delle calzature che trovava largo sfogo sulla piazza di Pola. Nel dopoguerra tale industria venne a cessare per i grandi stock di merce lanciati sul mercato dalle fabbriche che soppressero ed eliminarono la piccola industria e la bottega dei calzolai. L’agricoltore attende anche alla pastorizia. Un tempo essa era estesa perchè comprendeva anche le capre. I redditi sono la lana, il latte, il formaggio, la ricotta e la carne, che è molto pregiata. I pastori siccome godono dei pascoli comunali nei prostimi erano fino a pochi anni fa tenuti a pagare ogni anno le così dette primizie al parroco consistenti in agnelli e formaggi. Nell’ industria olearia si dà la sansa (nucio) che, per la grande quantità, potrebbe servire per la fabbricazione del sapone, essendo tale materia ricca di olio e quindi di grassi, che ora invece non viene compieta-mente sfruttata. Un tempo fioriva in grande stile la distillazione delle vinacce, dalle quali si ricavava l’acquavite, che veniva venduta non solo nel circondario, ma che andava anche all’estero, mentre i lambicchi privati servivano per la distillazione delle vinacce per uso domestico. NOTE (L’AGRO) Dal volume XXIV - Atti e Memorie della “ Società istriana di archeologia e storia patria ”. 1) La città di Dignano trovasi presentemente estesa nello spazio della 7.“ centuria, saltus XIV dell’ agro col. di Pola. Fa centro di un Sors 64