A sinistra del Duomo si prolunga la VIA G. MAZZINI (ex San Zane) dalla quale si accede sulla strada nazionale nuova e quindi dopo lungo percorso si congiunge con lo sbocco di VIA BIASOLETTO e il UMIDO MARZO (Limes Martius) di recente costruzione (1927). La via G. Mazzini si perde poi fra il verde dei campi, fra gli oliveti e le vigne subito dopo l’ex palazzo Frank ora sede della tenenza dei Reali Carabinieri. Girata la via Biasoletto si rientra nella via Merceria, ma prima ancora, dalla via Biasoletto si può entrare nella Merceria e nel corso V. E. Ili infilando il portico Moscarda, per la viuzza che costeggia il Monte dei Calcineri, il Testaccio di Dignano, l’androna del Carmine, il volto Bortolotti, la Calnova (corso V. E. III). La via Biasoletto venne chiamata così per onorare la memoria dell’ illustre botanico Bartolomeo Biasoletto dignanese, nato nella casa N. 438 (vecchio numero) di questa via, dietro il forno dei “ Baschireini ", il 24 aprile del 1793. La via si chiamava prima “ Vartai “ (dal dialetto “ varto “ orto) perchè ivi trovavansi molti orti e campagne. Nella prolungazione della via Biasoletto, in un vasto predio che si allarga e distende fino a congiungersi dietro con la nuova strada Limido Marzo, sorge la Scuola Agraria di Fondazione Angelo Cecon 3), che morendo lasciava a Dignano parte della sua sostanza per un’istituzione avente lo scopo di promuovere lo sviluppo economico agrario nel circondario. La scuola venne aperta dal professor F. Blasi di Trieste nell’ anno 1903 al quale seguì poi il prof. M. Talamini, cadorino. Nei comodi edifici della Scuola Agraria ha sede 47