1927, proprio nel luogo prescelto dalla Commissione nel-r ultimo sopraluogo. Nel settembre successivo si diede principio all’opera di muratura e alla fine del mese l’edificio, all’esterno era pronto. Mancavano ancora gli accomodamenti interni e le ringhiere, ma fu inaugurato egualmente il 30 ottobre celebrandosi il VI anno della Marcia su Roma. Tutte le Autorità, le associazioni cittadine, le organizzazioni fasciste, sindacali, i Combattenti, i Mutilati ecc. si raccolsero nel piazzale San Giuseppe per assistere all’ atto di consegna al podestà. Dopo il discorso commemorativo della Rivoluzione fascista, tenuto dal segretario politico, sig. G. Padrone, D. Rismondo, commemorò i vecchi sostenitori dell’opera, l’Avv. Andrea Amoroso e il Dott. Giovanni Cleva, fondatori della Società Istriana di Archeologia e Storia patria, alla quale stette sempre a cuore con orgoglio 1’ amore “ del natio loco “ pur in rapporto alle evoluzioni politiche future, e dopo aver ringraziato tutti coloro che si prestarono con cuore e con mano per portarla a compimento (Governo nazionale, Soprainten-denza alle opere d’Antichità e d’Arte di Trieste, P. Sti-cotti, Comm. Forlati, Bruna Tamaro, Riccoboni ecc.), consegnò al podestà, notaio P. Filiputti, le lapidi, le are votive e le pietre sculte, che sintetizzano irrefraga-bilmente la nostra antica civiltà e la nostra storia. Il podestà a sua volta affidò il Lapidario alla venerazione e alla cura dell’ intera cittadinanza, che deve rendere il recinto sempre più bello anche col sempreverde e con gli alberi. Il Lapidario dignanese affidato alla custodia del popolo è situato, come ho detto, sul lato sinistro dell’edificio dell’ ex convento “ San Giuseppe “ anzi la parte posteriore interna non è un locale nuovo, ma apparteneva sempre al fabbricato. La ringhiera di ferro che mancava nel giorno dell’ inaugurazione ora è a posto e 223