accademici istriani, tenutosi a Pola nel giorno 13 agosto 1911, postulante ancora P Università giuridica italiana a Trieste, Antonio de Berti, allora studente, dice al congresso : “ Colleghi istriani, c’è in questo stato un piccolo popolo, a cui ogni giorno orride upupe fanno sentire i lugubri urli di morte ; ma esso come avesse in dono da un dio 1’ immortale giovinezza, dal suo grembo che mai si secca, crea questa primavera, questo fiore che qui aulisce. La civiltà latina sentì nella sua millenaria storia, più volte, questi ululati, sentì il calpestio del barbaro cavallo sopra la sua fronte, sentì il crollare spaventoso dei suoi templi, delle sue biblioteche, ma rinacque miracolosamente, rivisse nell’ anima e nella mente del barbaro stesso che per lei sospirò così : “.....e qui con lei sedemmo e qui giacemmo e qui 1’ amammo e mai nessun di noi la lascierà, 1’ amante novella, tutta fresca, tutta verde, tutta d’ oro ; e amandola si piange eh’ ella ci sia la schiava e non la madre, che se ci fosse madre, allora sì, e’ insegnerebbe a dominare il mondo “. Alla fine del suo dire, 1’ oratore ammonisce i colleghi a intensificare la lotta per la causa dell’ Università italiana con l’azione e infatti l’azione non mancò : l’a-nima italiana si schiuse nelle trincee, rifulse sul Carso, ebbe la vittoria sul Piave. Babele è sgominata... si ritorna a Padova. La scuola media principale classica che preparava la gioventù istriana agli studi superiori e forgiava con la sua linfa potente le fresche e nuove generazioni era in ogni tempo il Liceo-Ginnasio di Capodistria, fregiato ora col nome illustre di “ Carlo Combi La scuola tecnica (Scuola Reale) di Pirano chiusa circa nel 1881 iniziava gli alunni alla professione dell’ inge- 85