giore (pieris brassicae) agli erbaggi, ai cavoli ed alle civaie, vengono neutralizzate dallo scongiuro. Il modo è semplice : le prime tre larve che si scorgono a brucare le foglie delle piante vengono prese e gettate tutte e tre fuori del campo, così i cavoli sono salvati. Guai a bruciare gusci di uova ; quest’ atto farebbe marcire lo sfintere alla povera gallina che 1’ ha deposto. Chi tiene uova per razza non deve mai cedere ad altri una parte di queste, se prima le proprie galline non abbiano incominciato a covare. Cedendole anzitempo si perderebbe la fortuna ; le covate andrebbero a male, la chioccia perirebbe. Le medesime precauzioni si devono tenere con tutte le sementi, sieno esse di ortaggi, grano o frumentone. 11 quantitativo cernito e serbato per la seminagione, non deve venir toccato o ceduto ad altri prima che il proprietario non abbia seminato almeno un pugno della semenza serbata ed è meglio ancora seminare quel pugno di semenza di venerdì. Si racconta di un agricoltore che avendo ceduto ad altro una parte del suo grano prima di incominciare la seminagione, per due anni consecutivi non raccolse nei propri campi nemmeno il grano seminato, pur non avendo risparmiato lavoro e concime. Per salvarsi e redimersi dovette farsi restituire la medesima quantità di grano ceduta a quell’ individuo due anni innanzi, senza però manifestare il perchè dello scopo. Col tempo ogni cosa è soggetta a modificazione ; i costumi e le usanze vanno sempre variando, pure spesse volte nel popolo si riscontra che certe abitudini non mutano e vengono trasmesse dal nonno al nipote con fedeltà e scrupolo massimo quelle che includono precetti d’igiene, atti preventivi a scongiurare pericoli e cure popolari empiriche e pratiche, senza ombre di cognizioni scientifiche. E qui mi cade di raccogliere una serie di osservazioni relative alla medicina popolare, praticate dal po- 242