Bembo che stava in Venezia nella Chiesa di S. Sebastiano, già annessa a quella di S. Lorenzo, e la copia cinquecentesca della stessa. Tali preziose opere d’arte vennero portate a Dignano da Gaetano Grezler, membro dell’Accademia delle belle arti di Venezia, venuto a Dignano nel 1818 per dipingere nella nostra chiesa quelle opere che abbiamo già ricordato. Le pitture trecentesche del Beato Bembo sono menzionate da Pompeo Molmenti nel volume “ La pittura veneziana “ (Firenze, Fratelli Alpinari, 1903). Lo scrittore d’ arte M. Caffi di Milano si occupò per il passato di questo lavoro e lo chiama un monumento ragguardevole di pittura. “ La Provincia “ periodico di Capodistria, nel 1883, descrisse il supposto lato anteriore dell’ arca ; Giuseppe Caprin volle illustrare quest’ opera nelle sue “ Marine istriane “ (1889) : infine il dottor Antonio Morassi, ispettore della R. Sopraintendenza d’ antichità e d’ arte di Milano, in uno studio recente, pubblicato nel “ Belvedere “ : “ Dipinti veneziani primitivi“, dice di questo dipinto così: “Bizantino è leggermente il tipo del santo e gli angeli turibolanti, ed in ispecie del largo uso che il pittore ha fatto della foglia d’ oro per sfondo. Ma all’ infuori di ciò, ben poco, a dire il vero. I tipi han carattere puramente italiano, dall’ espressione a volte meravigliata, a volte sorridente. Le loro vesti sono drappeggiate intorno ai loro corpi con la massima disinvoltura e le pieghe morbide, ondulate, fluenti, lumeggiate con spirito, contrastano con ogni prototipo bizantino. Le stesse architetture, pur derivando nel modo con cui sono disposte nella scena danno esempi orientali, assai si avvicinano allo stile italiano dell’ inizio del 300 “. L’Arte è nostra, il lavoro ritrae i caratteri principali del ’300 italiano, sebbene non del tutto privo (nei costumi e nella tecnica) di qualche reminiscenza bizantina. 166