ambone, con gruppi di santi e con iscrizioni, bassorilievi rappresentanti la fuga in Egitto e le tre Marie al sepolcro di Cristo, un’ aquila con le ali spiegate che ghermisce una lepre e santi con strumenti di martirio, formano un prezioso materiale archeologico, raccolto e sistemato nel lapidario dignanese che si inaugurò con solennità fascista il 30 ottobre 1927, celebrandosi il VI anno della Marcia su Roma. La posizione di Dignano fra Pola e Vistro dalla parte del mare, sarebbe stata scelta anticamente per luogo di soggiorno estivo dai ricchi polesi che tenevano sottomesso 1’ agro di Dignano. Precisamente 1’ attuale Dignano fu centro d’una Sors (Atignanum o Altigna-num), appartenente all’ agro comunale di Pola. Ecco perchè ville e ricche case coloniche vivono ancora nella toponomastica, come Gaian, Goran, Fioran, Pelisia, ed accertano che Dignano deve aver vissuto in istretta relazione con Pola, massime nei rapporti agricoli. E l’agro dignanese coltivato dal liberto, avrà provveduto frutta e civaie alle mense delle grandi etère polensi e a quelle delle nobili matrone di sangue imperiale. La vite avrà dato i suoi neri e rossi acini per preparare il vino generoso, servito poi nei lauti banchetti o nelle orgie dei gladiatori vittoriosi, mentre i prostimi folti di querce ed aceri, avranno somministrato gli annosi tronchi per far robuste le navi ancorate a Grado, come più tardi fecero gagliarde le galere di Venezia. LA STRADA ROMANA Negli ultimi giorni del settembre del 1905 venne dato principio ai lavori di costruzione di una strada da Dignano a Pola, con andamento quasi parallelo all’antica 210