non è possibile quindi di vederla da ogni posto, si pronostica la scarsità dei frutti. Questa leggenda popolare si assimila a quella delle oscillazioni che fanno le fiammelle dei ceri dell’ altare maggiore del Duomo durante la Santa Messa nella notte di Natale : più queste oscillano più abbondanza nelle derrate. Nello sfondo del coro è appesa la pala che rappresenta la B. V. del Carmine, che consegna 1’ abito della confraternita della pia unione al Fondatore, Beato Si-mone. Nella Cappella di sinistra si trova 1’ altare di marmo dedicato a San Marco ; la pala è opera del pittore G. Antonio Zonca. E’ una buona tela di tarda scuola veneziana, peccato che più volte venne guastata e bucata dalle donne che, in certe circostanze vi pendono sopra ghirlande e quadri. L’ altare della Cappella di destra è di legno dorato e policromo, è lavoro del ’600 ma non di fine intaglio. Nel centro campeggia l’incoronazione della B. Vergine, ai lati sant’Antonio e San Sebastiano. La Cantoria è ornata con tavole dipinte ad olio ; figurano gli Evangelisti e putti con contorni grossolani. Verso la metà della Via Vitt. Emanuele III, a sinistra, si passa il sottoportico di San Martino ; nella piazzetta accanto si trova la chiesa di San Martino. Essa ha due altari, e due porte, sul maggiore si onora la B. V. della Salute, in fianco a sinistra trovasi nel muro un sarcofago ove sono raccolti i resti di Paolina Duodo, moglie di Giacomo Barocci, podestà di Dignano nel 1631 e di suo figlio. Sull’ architrave della porta della facciata anteriore è la scritta : Ecclesia itiquisit Istriae ; e da ciò si vuol dedurre che la chiesa fosse stata la sede della Sacra Inquisizione. La pianta è rettangolare con tetto a due spioventi coperto di tegole. Sopra la facciata si eleva il campanile a vela. 189