che è ancora e sempre civiltà di lavoro, di ordine, di giustizia, di comprensione umana. E’ perciò che 1’ Italia ha 1’ orgoglio di avere rotto il cerchio delle gelosie e 1’ incantesimo d’ un immobilismo antistorico. Nell’ Egeo, nella Libia, nelle vecchie colonie del Mar Rosso e dell’ Oceano Indiano, nell’ Etiopia, dovunque l’Italia ha portato la luce della sua civiltà, le popolazioni sono state innalzate su un più alto piano di vita. Roma non le ha asservite, le ha associate al suo destino, alla sua opera, alla sua grandezza. Roma dopo quindici secoli saluta la riapparizione dell’ impero sui colli fatali. Il Popolo italiano ha creato col suo sangue 1’ Impero, lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro chiunque colle sue armi (al vate della stirpe a Dante) sì che or s’ acqueta 1’ anima tua grande eh’ alfin 1’ italo Imperio che sognasti dall’ Alpi alle Piramidi s’espande ad opra del gran Veltro che nomasti, geniale forgiator di quella storia che rinnovò di Roma gloria e fasti ! E già l’Impero trionfa anche nel Mediterraneo, dove non si ammettono intrusi, e i legionari di Roma, gelosi del proprio mare, lottano nella terra di Spagna per liberarla dalla barbarie della sovversione e dell’odio. NOTE 1) Caio Vibio Faro, istriano, oltre di essere stato legalo di M. Lepido, fu anche legato di Augusto nella guerra pannonica e dalmatica. In suo onore furono coniate medaglie d’oro. Nel museo di Verona trovami lapidi dalle quali risulta che V Istriano Vibio fondò nell’ Istria 34