— 133 - UN CARRO DI FIENO È PASSATO PER LA CITTÀ Un carro di fieno è passato nella notte attraverso la città, per il viale nostro, nel candido lume di luna — oh come stavano attente le soffocanti file delle case! Come si allungavano gemendo gli squallidi alberi del viale! Per la città un carro è passato di fieno. È venuto, è passato, rapido, cantando ed oscillando, nuotava nella luce, nuotava e cantava. Cantava per me! Mi portava in dono dei campi la luna, i piccoli grilli, i vellosi mastini, il prato, dei mietitori le fragranti canzoni, delle donne dei campi la pelle abbrunita, l’aratro, le secchie, la cornamusa ronzante, dei zingari l’archetto, m’ha portato il potente sole negli occhi dei tori fuligginosi, il fimo, del cielo le pioggie dirotte, colline turgide per gli acquazzoni, forza, costanza, egoismo, rigido amore tutto — tutto solo per me, per me! Tutto mi ha portato e mentre passava per la volubile città perversa, per il viale notturno, col cuore tremante, ascoltavo come crescevano intorno gli alberi, le erbe, i boschi, e come respirava nel suo sonno antico disteso l’immenso suo corpo sulle vette lontane, l’irsuto, coronato di quercia, dio dei monti.