erano sempre del tutto primitivi ed empirici. Rare volte si ricorreva al chirurgo od al medico. Con decotti d’erbe ed infusioni (gabandrì • querciuola • pianta delle labbiate) si sanavano le febbri ; con grassi ed erbe si facevano sparire le enfiagioni della milza ; le segnature e gli esorcismi risparmiavano le operazioni chirurgiche e guarivano le morsicature delle serpi velenose. Pseudo medici, false medichesse e stregoni non mancavano perciò tra il popolino e di nascosto tenevano consultazioni ed ambulanze, ove i clienti giungevano dal territorio di Pisino e da Pola per avere quella guarigione che dal medico diplomato non potevano conseguire. Si ricorda ancora a Dignano la donna oculista morta poco tempo fa, lasciando fra il popolo fama speciale per la guarigione dell’ infiammazione e di altre malattie dell’ occhio, per le quali ella raccoglieva e usava le goccie della linfa della vite che gemono dopo la potatura, e lo zucchero “ panon “ (zucchero in pani). RISIPOLA E SCONGIURO. Il fior di fava e la farina d’orzo venivano, e vengono tutt’ ora impiegate dal popolo per impedire o mitigare 1’ intensa infiammazione locale della cute ossia a risolvere l’infiammazione della risipola, mentre l’acqua ed ogni cura idroterapica era del tutto fuggita. Per guarire la risipola, secondo il criterio del popolo, non esiste altro mezzo sicuro che la segnatura : la risipeilia (risipola) deve venir segnata. La donna o 1’ uomo che sa 1’ esorcismo, ossia che sa segnare, adopera l’acqua santa, benedetta nella vigilia dell’ Epifania e conservata in casa per il bisogno. L’esorcista, nell’accingersi a praticare la segnatura, intinge il pollice della mano destra nell’ acqua lustrale e con questo circonda per tre volte il male e nel giro 251