Proseguendo ora in direzione del lago dei Matusi per il Umido di Midian si giunge a S. Martino di Mi-dian10), piccola chiesa con tetto a scaglie di pietra. Gli stipiti della porta sono pietre scolpite e provenienti da altro edificio di costruzione romanica. A non molta distanza da questa, si scorgono le rovine di S. Germano, resti di fabbricati, e gli avanzi della chiesa di S. Biagio, di quella che diede poi il suo protettore a Dignano. Andando sempre verso S. O. fra campagna e bosco e volgendo poi alquanto le spalle al tramonto, si passa il Umido dei Gropi e si sosta a S. Fosca 11), grande chiesa a tre navi con vestibolo ad archi, circondata da vecchio cimitero. Sulle pareti interne si scorgono ancora tracce di antichi affreschi. Poco distante dalla chiesa si vedono le vestigia di una strada antica romana, che univa il territorio di Dignano con quello di Pola. Lungo questa strada si rinvennero tombe e lapidi sepolcrali, ricordanti famiglie cospicue di Pola, ruderi di case coloniche e di villeggiature. Poco lontano è il Castelliere di Valmadorso e poi il mare, Maricio. Santa Fosca viene invocata molto nelle malattie reumatiche e attorno alle pareti della chiesa pendono molte grucce lasciate in voto dai fedeli, molti dei quali risanati, accorrono in pellegrinaggio il giorno 13 febbraio di ogni anno. Lasciata S. Fosca, e movendosi verso la lama del Canal grande si arriva dopo lungo tratto a S. Michele di Bagnole 12), chiamato così dalla località campestre Bugnole. Qui pure è un terreno classico, qui si rinvenne r ara votiva dedicata a Giove, qui furono trovati amuleti di bronzo, qui fu scoperta la Basilica cimiteriale diruta e sparita sotto le macerie, coperta da terra e da bosco per oltre un millennio. 197