tutto allo scrivente per abbellire Dignano. Questa ara, raro cimelio, sarà anzi il fiore del nostro lapidario, di cui mi accingo a dire la storia. Già quando ebbi 1’ occasione di acquistare la lapide romana dedicata a L. Menacio, rinvenuta a Santa Fosca nel febbraio 1905, il Presidente della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria pensò di aprire un Lapidario a Dignano ; egli era allora il benemerito avvocato Dott. Andrea Amoroso di Parenzo, il quale anzi mi avvertiva di tale suo proposito, di raccogliere cioè in un Lapidario non solo le iscrizioni romane, ma anche altri oggetti di antichità medioevale ; il Prof. P. Sticotti, poi, in perfetto accordo con lui, si incaricava già delle particolarità. Tale idea crebbe quando incominciarono i lavori di scavo a San Michele di Bagnole, (26-3-1907) sul fondo di Trevisan Giovanni. Il lavoro diede subito buoni risultati, mettendo nei primi giorni allo scoperto il muro dell’ abside maggiore e frammenti di transenne per finestre, una di particolare interesse perchè avente nella parte superiore un leone col corpo di profilo e la testa di faccia (26-3-1907), del resto tutto il materiale ricavato dallo scavo è conservato malgrado le tristi vicende della guerra, ed è importante : gli agili fregi, che formano sulle lastre quasi un lavoro a ricamo, i caulicoli, i ricci, i viticci sono composti da linee serpeggianti perfette ; gli animali, nei traforo del capitello, formano intrecci bizzarri e gruppi curiosi. Anche nel congresso della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria, nel 1908 si fa cenno degli scavi di San Michele di Bagnole e dell’ interessante materiale ritrovato mentre dal direttore Prof. Sticotti viene chiesto un lapidario a Dignano, lapidario poi “ che la Direzione (nostra) cercherà di rendere sempre più decoroso per il buon nome di quella forte e nobile città “. Lo stesso Sticotti nella sua relazione del 19 luglio 1909 “ racco- 217