Ritornano i nostri giovani a Dignano e molti portano lunghi nastri tricolori offerti, nella festa, dalle donne del comitato. Sono cimeli, sono sacri tesori, che alimentano la speranza futura, ma prossima, della redenzione ; si fondono quei nastri nelle coccarde tricolori e nelle bandiere che garriranno dalle torri, dalle bifore delle case venete nell’ ottobre del 1918. Gli intrighi ministeriali, 1’ altalena della sede della facoltà italiana non è composta, i deputati ricorrono^ai nuovi Ministri Beck e Bienerth; si rinnovano vivaci dimostrazioni in favore della facoltà italiana; a Graz e a Vienna avvengono zuffe, revolverate, arresti, ma le teste austriache, vere pupattole infrangibili, non tengono conto nemmeno dei socialisti Adler e Pittoni che parlano in favore di Trieste. Soltanto Vienna si preoccupa che anche il Senato italiano siasi occupato della questione interna austriaca ed il Governo allora presenta alla Camera un progetto di legge che istituisce una facoltà universitaria italiana autonoma a Vienna. Bienerth comunica ai deputati italiani il progetto, ma essi rispondono : “ O Trieste o nulla e nella Commissione del bilancio, Conci difatti propone la sede a Trieste, ma la discussione non continua per T ostruzionismo degli slavi (17-6-1908). Il Parlamento si chiude e si deplora che gli slavi impedirono la discussione per la facoltà italiana. La nuova Dieta istriana se ne occupa ancora, gli studenti trentini nel loro congresso affermano il diritto della Università italiana a Trieste, ove dalla polizia viene sciolta l’associazione ginnastica per una frase allusiva alla bandiera tricolore pronunciata dal dott. Carlo Mrack 5), inaugurando il labaro del sodalizio, la cui sede è stata perquisita e suggellata, dopo il sequestro di varii documenti. Passa ancora qualche anno e il Governo non si decide a nulla. Nel secondo congresso della società degli studenti 84