desta, io mi permetterò di intrattenere i miei lettori sulle condizioni vere che ho riscontrato nel mio giro attorno all’ Istria capitale, visitando Capodistria, Pirano, Buie, Grisignana, Umago, Seghetto, Parenzo, Valle Di-gnano, Pola, Trieste Siamo nella prima decade di novembre — se non erro — in un pomeriggio freddo. Tutti sono in, attesa dell’ arrivo del collaboratore della Tribuna ; perchè si spera in lui, in ogni caso, troveremo in lui conforto a sperare. Discende a Dignano e le sue parole mandate alla Tribuna, colpita d’ alto tradimento, ci confortano. “ Ed eccomi a visitare ancora una città deH’interno, Dignano — egli dice — ove arrivo da Valle, in carrozza, col dott. Bembo, il quale sulla bella piazza del Municipio mi presenta il podestà (Davanzo) e i maggiorenti del paese che mi invitano a pranzo al Circolo cittadino. Non vale il dire che sono stanco, che ho bisogno di riassumere le mie idee. Bisogna accettare perchè — come dice il podestà — tutti desiderano di conoscermi, di esternarmi i loro ringraziamenti per aver io voluto visitare questo paese. Come vedete s’ invertono sempre le parti. Sono io che dovrei ringraziare e ricevo invece io i ringraziamenti “. Visita la chiesa, ammira i suoi cimeli d’Arte. Ammira il costume di gala delle donne di qui che — egli dice — come a Rovigno, sono di esemplare bellezza e di una espressione piena di vita e di brio Tutti trovano in lui affabilità, e quanti pensieri si scambiano. Le ore fuggono tra i brindisi. Ed egli scrive “ non dirò nulla del banchetto che si protrasse fino a non so quando tra la effusione spontanea degli animi. Basterà avvertire che la raccomandazione di tutti era questa : ricordate agli italiani del Regno che noi non dimentichiamo il nostro dovere, invitateli a ricordarsi di noi. Anche questo momento è un punto saliente di vita nostra. 76