in questi ultimi anni, e 1’ interesse delle scoperte fatte, si può considerare il più importante Castelliere istriano. Oltre una quantità enorme di cocci e di altri oggetti di terracotta, di ossa lavorate, di ascie di pietra verde, di macine, di macinelli di calcare e di oggetti di bronzo, scarsi questi, data la antichità del castelliere, gli scavi misero a nudo importantissime particolarità relative alla costruzione del castelliere stesso. Lo sterro del vallo esterno rivelò l’esistenza di due poderosi mu-raglioni di cinta e di un sistema difensivo costituito da una corona di pietre ritte, cioè pesantissimi massi calcarei posti verticalmente con gli spigoli taglienti verso l’alto, i quali girano intorno al colle. Maggior interesse desta ancora la scoperta di un recinto cimiteriale con tombe a cassetta, costruito tra muraglioni e la cerchia delle pietre ritte. Intorno al castelliere poi, nelle campagne vicine, si estendeva la necropoli a tumuli. La R. Sopraintendenza alle Opere di Antichità ed arte di Trieste, che con solerzia e raro intuito diresse lo scavo, saprà bene rilevare l’alta importanza del nostro castelliere. La via campestre detta I Busi, suscitò molti anni addietro, serie discussioni se nel sito ove tutt’ora cresce incolto il bosco, vi fosse stato un luco (boschetto sacro) dedicato a qualche divinità. Quivi nei pressi di Santa Lucia, fu scoperta un’ ara dedicata a Giove da Marcus Titius Maximus, la quale pure denota la ricchezza del culto spiegato alle deità pagane. Nei pressi di Bagnole si rinvenne un’altra ara (1815), dedicata da C. Lucano Ialiso a Giove O. M. Questa si conserva nel Lapidario di Trieste, già dal 1842, mentre la prima andò perduta. Pochi anni or sono, a Santa Fosca, si rinvenne una larga lastra di pietra con cornice, avente l’iscrizione sepolcrale in onore di Lucio Menacio figlio di Publio dedicata dalla quarta figlia vivente. 208