Quattro quadri rappresentano Scene di battaglia, scuola Fiamminga del sec. XVII. Natura morta (sec. XVIII) molto deperita, per cura , della R. Sopraintendenza fu però restaurata ed è bella. Quadro di fiori (sec. XVII) pieno di colore. Paesaggio con figure (sec. XVII). Di fronte al Municipio è la casa di Francesco Be-nussi, segnata dal n.ro 305, dove ha sede la cassa di i assicurazione per ammalati. Essa è a due piani, di bella costruzione in pietra nostrana, di stile veneziano del ’400. Al primo piano si apre una grande bifora archiacuta sormontata da uno stemma di pietra. La facciata principale ha una porta rettangolare con spigoli a corda lungo gli spigoli è l’architrave. A fianco di questa è un passaggio a volta che mette nel borgo di S. Giacomo, nel sottopassaggio è pure un ingresso. La facciata fu pure rimaneggiata e si vede un vecchio architrave, murato in fianco alla porta sul quale si legge : 1448 Tali-ma-domada-come-sto-che-mai-co-teto-del-be-che-ho. E’ una delle iscrizioni scherzose molto usate a proposito in quel tempo. Dicono che tale motto fosse stata l’impronta caratteristica dell’ ultimo rampollo di quella famiglia che fu Angelo Benussi, detto Pampanotti. A separare la vecchia via Porteròl (Via Castello) dalla via Diaz, a pochi passi dalla Piazza, sta sull’angolo la Casa Bettica che appartenne alla famiglia spagnuola dei conti Bettica, estintasi in Dignano ancora nel L863 (Bettica Bartolomeo Carlo, nato il 4-11-1811, morto il 20-7-1863), il cui nome trasse forse origine dalla regione meridionale della penisola iberica, 1’ tìispania Boetica degli antichi romani. L’edificio ben conservato, ha la linda del tetto molto sporgente e, con le bifore archiacute, rileva Io sfarzo dell’ architettura veneziana. Sulla porta del cortile e sulla vera del pozzo vi è lo stemma : una mano che stringe un giglio e le lettere I. B. 1520. 204