Furono consegnati esili cerchietti logorati dagli anni, ribenedetti dalla celebrazione delle “nozze d’oro“ assieme alle vere forti e pesanti delle giovani coppie, non ancora intaccate dal peso del matrimonio. Il nostro clero, i nostri sacerdoti compresi dal fervore del popolo, sanno interpretarlo, regolarlo nella fiamma d’ogni moto del cuore, con la parola e con l’esempio. Le catenelle, le crocette e gli anelli offerti alla Patria dal vescovo, dal prevosto come dal povero curato di campagna, stimolano i cittadini a fare il bene, a praticare civili virtù. Certo nella presente prova l’incitamento vivificò lo zelo, ogni sentimento patriottico e religioso fu legato, dal popolo, in un vincolo di fierezza : il sacrificio fu lieve e soave. Ben otto chilogrammi d’oro furono offerti e spediti da Dignano, povera e piccola borgata di zappatori, immiseriti allora dall’ inclemenza delle stagioni, dai disastri delle intemperie derivati alla raccolta agricola. La vera d’ acciaio benedetta forma ora 1’ orgoglio della donna di Dignano, che additandola non può esimersi dal dire, con grazia innata: “L’oro alla Patria“. ITALIA IMPERIALE. Molte date ricorrono cariche di ricordi e di affermazioni luminose, di auspici e di certezze. La data del 9 maggio appare una delle più formidabili. Roma, dopo quindici secoli, torna ad essere capitale d’un impero. L’Italia afferma il proprio diritto contro l’ingiustizia di Versaglia e contro la iniquità di Ginevra. Un susseguirsi di fortunose vicende si conclude con due vittorie, l’una sullo scacchiere etiopico nella più grande spedizione coloniale di tutti i tempi, 1’ altra sullo scacchiere internazionale contro una coalizione quasi universale. La Nazione conquista nuovi titoli di nobiltà imperiale. 32