Per fellonia bandì, dannato a morte, chiese piangendo dall’ assurda plebe perdono. E quella, cieca, quel cialtrone stromento d’ odio atroce, spirto vigliacco e tristo esaltò e in sulla croce affiggeva in sua vece Gesù Cristo. Popule meus!... gemè Cristo tradito, ma gli serrò la strozza un forsennato schiamazzo : Crocifigge ; e Cristo bianco di vergogna e d’ orror fu alzato in croce. Si placò la plebaglia, non piansero i cristiani, e Pilato in gramaglia corse ai Spinuzzi e si lavò le mani. E pianse !... ma fur tarde quelle lagrime, Cristo senza ladroni era ito in cielo. Sghignazzò il Cireneo, gobbo del carco della croce, e ammicando, avido ipocrita, aspettò la mercede, guatando all’ aria oscura il color delle schede, eh’ era un colore che mettea paura ! E rise Caifa il Pontefice Massimo della stirpe di Sion, e al popol muto, dubbioso, scoperse il sen villoso, stracciossi i lini, o in quei stracci riflessa mostrò la patria in brani ; e con terribil voce torcendosi le mani, giurò all’ altare una vendetta atroce. Gli Scribi e i Farisei, gli Anziani e i birri, fin che il sol s’ ecclissò e tremò la terra tacquer, ma poscia col denar rubato con sì poco sudor fecer baldoria : Giuda gittò il cilicio, corse al Sinedrio, e chiese a Caifa ebbro fradicio di consultar la lista delle spese. E Caifa il mandò ad Anna, sacerdote che un giorno era scappato da Manasse, spirito torvo, bieco ed orgoglioso che già vantava alla mutabil plebe, 135