la scorta di guardia o birri al servizio della Cernida paesana. La facciata della scala d’ accesso era merlata e recava in alto fissata all’angolo opposto della grande torre una torricella rotonda, tipo bastioncello di vedetta che guardava la porta dell’ antica cinta di mura della località Forno Grande, come la torre quadrangolare guardava la porta Merceria, mentre la facciata del Castello, posta a ponente, fronteggiava la porta Portarol. Del Castello si conserva così il disegno della facciata principale, del profilo, della pianta, nonché lo stemma di Dignano in pietra, murato sopra la loggetta trifora del palazzo comunale — casa Bradamante — sede della R. Pretura, a memorare che nel 1868, per pratiche eseguite dal podestà di allora signor Giovanni Ive, aiutato dal consigliere comunale signor Alberto Marchesi, il Comune rientrò in possesso del suo palazzo, occupato dal governo austriaco dal 1815. La via FRANCESCO CRISPI già via Pola, che si stende in prossimità della linea della Ferrovia, incomincia presso l’edificio dell’ex teatro sociale. Da questa via si accede alla scuola elementare Vittorio Emanuele III, già caserma austriaca, ove pure ha sede il corso serale per apprendisti. Dopo non lungo percorso su questa via, a sinistra, prospetta la Villa-Francesca, che fu già dei Sottocorona 2), nei tempi prebellici, qui prosperava lo Stabilimento Bacologico “ Tomaso Sotto Corona “ con estese piantagioni di gelsi. Già nel 1860 egli, venuto da poco dalla Carnia (da Collina), offre all’agricoltore di Dignano cure ed intelligente abilità per allargare l’industria agraria a favore del campagnuolo. Tenta con zelo ogni razionale lavoro agricolo, espwimenta rimedi per la malattia della vite e prende 1’ iniziativa alla piantagione dei gelsi in 43