- 46 - AI MIEI AMICI Come dietro la diletta, ch’era bella e crudele, uno sguardo getterò leggero e fugace verso le colline [e verso di te, o vita deliziosa! O vita, che mi hai crucciato ed ora nella tomba rigida [mi mandi come espiazione dei miei insoffribili tormenti! No, non è questo un rimprovero! Nulla più c’è nel [mio cuore che cerchi ciò che mi spetta. Un giorno, desiderio ero, [intenso, brama indicibile verso qualche cosa, che non [conosco.... Ondeggiavo come alberi al vento, tendevo il collo, come lo struzzo.... il magro [mio collo. E dal dolore non sapevo che fare e dal desiderio. Ed ora il desiderio intenso nella sua tomba ritorna. [Ha vacillato, tremato e pianto!... Si è allontanato da ciò che l’attirava e si è chetato. Non so che sarà di essa, se non griderà forse di [nuovo nella tomba come lupi affamati, che nel crudo inverno i villaggi attorniano coperti di [neve, — e tutto ciò invano! Già sta per ¡spegnersi, tra poco non sarà più, o miei [buoni amici ! Ha percorso una tale curva, piegantesi verso qualcosa, [che non sa raggiungere mai! No, non ridete di me. Ero stella, che rapida passa [infelice ! E se altro non ero, se non lo sguardo tenero e [carezzevole, che da voi si congeda sempre, e per questo vi accarezza, perchè porti il vostro viso [forse come ricordo? e se altro non ero, se non il sorriso, che voi avete [sopportato....