— 112 - nel cortile d’una casa di pigionali, dietro il parco [del conte, all’alba del dì del Signore, duri lavori hanno spezzato, indurito, allargato la mia [schiena, o mio fiore, amaro sorriso, — Anna, tu lo sai — Sbocciando alla luce del sole da terra usurpata servi [incurviti mi aiutarono a fare i primi passi, da loro ho appreso la parola, che lenta sorge entro [di me, e attende la sua eco, da loro ho appreso lo sguardo, che sempre mira [lontano, e sul bosco, negli occhi delle bestie, con indifferenza [guarda, come fuma ed aleggia la morte. Per molti luoghi ho girato, ma soltanto qui tra loro [mi sento bene, sono taciturni, lo sono anch’io, e tacitamente disprezzo i nostri signori, possono vedere anch’essi, che non per la loro gioia [son nati questi pochi miei versi, che avvampano entro di me talvolta, con loro ho pensato di fare cenno da qui a più [semplici cuori.