sportato, nel marzo 1923, nel cortile della scuola e ricoverato sotto angusta tettoia in attesa di più spirabil aere. Quivi ebbe molte visite, molti pezzi furono fotografati ed elencati. Si prendono accordi fra 1’ ufficio Belle Arti e Monumenti di Trieste e il nostro Municipio. Anche la Società di Archeologia e Storia patria di Parenzo comunica al Municipio eh’ essa ha deciso di contribuire con 1’ importo di lire 250 a favore del costruendo lapidario di Dignano, e fa questo sforzo (date le condizioni in cui versa) pur di giovare al vivo interessamento del Municipio di Dignano, per il quale il lapidario sarà presto un fatto compiuto. Purtroppo però il sindaco è costretto a scrivere al-1’ Ufficio Belle Arti il 15 febbraio 1923... “ Sono dolente di doverle comunicare che il Consiglio comunale col conchiuso di dd. 5 corr. N.o 3298, pur apprezzando come si conviene l’iniziativa e riconoscendo la necessità dell’ opera, ha ritenuto di dover suo malgrado passare all’ ordine del giorno sulla proposta di costruire un lapidario, e ciò in causa delle disastrose finanze del comune, il quale non è più in grado di fronteggiare nemmeno le spese obbligatorie ed imprescindibili “. Di rimando 1’ Ufficio Belle Arti si mostra dolente della mancata contribuzione, si sente soddisfatto d’aver “ già fatto quanto era possibile iscrivendo nel proprio bilancio, che pur deve sopperire a imprescindibili necessità, la metà della spesa fissata e non può oltrepassare i limiti, quindi la costruzione dovrà essere rimandata a epoca da fissarsi, quando cioè codesto onorevole Consiglio, intendendo meglio la necessità dell’ opera, potrà contribuirvi nella misura stabilita Così le pietre rimangono sotto la tettoia nel cortile della scuola. Ma il lapidario dev’ essere e dopo il torpore, rivive con più fervore nel pensiero e tutto si agita in favore della progettata costruzione. Il nuovo Commissario prefettizio reso attento dal comm. Forlati, sulla 221