* XVI * 1472 di «ontinuo è usata di fare con quelli del castello, è dì più valore degli altri Asiatici. I nostri veduto l’ardir de’ nimici, camminarono ordinati ; ed essendo vicini ad un trarre di mano, con gran gridi da una parte e dall’ altra si andarono addosso. La battaglia fu atroce. La cavalleria per li sassi non poteva esser di molto aiuto a’ fanti, i quali e con archibugi e con saette da lontano, e da vicino con la spada e con la picca valorosamente ferivano gl’inimici. Questi ancor essi saettando secondo il loro costume, ferivano molti de’ nostri. Stette lungamente la battaglia dubbiosa. Finalmente i nostri superiori di numero e di valore avendo tagliati a pezzi molti degl’inimici, il rimanente posero in fuga. Molti furono presi vivi : gli altri si ridussero ai monti. I nostri avendo sconfitti gl’ inimici, corsero a saccheggiare per tutti i casali, abbruciando e rovinando ogni cosa a ferro e a fuoco. Saccheggiato eh’ ebbero il tutto, carichi di preda e specialmente di tapeti, se ne ritornarono alle galee; perciocché in que’luoghi lavorano le donne eccellentemente di tapeti, non solamente per loro uso, ma ancora per mercanzia. Furono prese poche persone, eccetto alcune donne, le quali desiderose di portar via le lor robe non eran fuggite. Furono portate al Generale teste degl’ inimici senza numero : de’ vivi ancora moki ne furono presi : de’ nostri non morì alcuno , ma cinquanta restarono feriti.' Il quarto giorno dappoi la mattina per tempo venne ad un certo luogo diCaria, che al presente si chiama Ta-bia. Quivi venendosi da due lati a congiungere il mare, riduce in penisola una gran parte di Caria. Il territorio fu già degli Alicarnassei, la città de’quali fu la regia de’Pren- cipi