* LXVI * 1474 altre cose necessarie all’ espugnazione delle città ; e oltra di ciò quanti cavalli poterono portare. Mandò poscia un co-mandamento alli Rettori di tutte le città e isole della Grecia , che tutte le galee Veneziane , le quali capitassero ne’ loro luoghi, le dovessero obbligare a portarsi a Cipro, sotto pena della vita e della confiscazione de’beni. Espedite queste cose con gran diligenza , il Generale si avviò verso Rodi. Nel viaggio ebbe lettere dal Proveditore Soranzo , per le quali era avvisato come Cipro era oppresso da tirannide, e che animo avean essi tiranni, e quello che egli avea con esso loro operato. Intese queste cose, il Generale senza alcun indugio venne a Rodi. E mentre che quivi per qualche giorno s’intertenne ; perciocché ancora non erano venuti tutti gli apparati da ogni parte, che esso avea deliberato di aspettare, per poter andare con fortissima armata a Cipro e opprimere li nimici ; ebbe lettere dal Soranzo che lo avvisavano i tiranni ispauriti essersene fuggiti, e le cose di Cipro esser rimaste in sicuro stato. Ma la Regina gli scrisse che sebbene i capi della tirannide, avendo udito il grande apparecchio dell’armata, per paura se n’eran fuggiti; nondimeno molti restavano, i quali erano stati consapevoli di tutti i consigli de’tiranni, e che aveano detto e fatto molte cose contra il dovere : e che molti altri ancora oltra que’rei si trovavano, che per la loro potenza, volendo il tutto per loro, mettevano sossopra ogni cosa: e che tutto il regno era in grande pericolo. Per la qual cosa lo pregava di tutto cuore e scongiurava che non volesse abbandonar lei e il \ regno ridotto in così grande pericolo; ma che si affrettasse di venire con tutta l’armata ad estirpare la tirannide e acquetare lo stato del regno. Il Generale lette le lettere della Re-