* XXIX * fortuna, in spazio di poche ore fu ridotta in cenere. Qui- 1472 vi vidi io molti monumenti antichi di pietra quadrata e di marmo magnificamente fabbricati; alcuni de’quali erano già rovinati, alcuni altri restavano in piedi ; tra li quali era il monumento di Omero con la statua e l’iscrizione di Greche lettere. Il territorio appressò della città ben coltivato e bagnato dal fiume Melo era abitato di spesse case ; lè quali tutte furono da’nostri rovinate a ferro e fuoco . Furono portate dugentoquindici teste d’inimici, e de’ prigioni se ne fece innumerabile moltitudine . Il Generale posta la j» preda sulle galee, se ne venne ad alcune isole già abitate3 e al presente diserte, ma solamente abbondanti di buone acque di cisterne vecchie. Quivi messi fuori i prigioni * furono venduti tutti all’incanto: il resto della preda fu divisa tra’ soldati, come negli altri bottini il Generale avea costumato di fare ; e da’ Camerlenghi secondo l’usanza furono divisi i danari. Quattro giorni dappoi il Generale messe in terra nel territorio de’ Clazomenii , nel luogo che or si chiama Ca^-po Stilati. Glazotnene fu un castello posto alla fine del golfo Smirneo, illustre per Anassagora suo cittadino che fu precettore di Archelao Filosofo e di Euripide Poeta. E perchè tutti gli abitatori di que’contorni, coll’esempio della rovina di Smirne ispauriti, si avevano ritirato a’monti e ne’luoghi fra terra; pochi che erano rimasti a custodia delle case, da’nostri furono soprappresi. Fu nondimeno portato via non poca quantità di cameli e altri animali. Le quali cose fatte, perchè l’inverno già cominciava ad avvicinarsi, il Generale drizzò il suo corso inver la Morea. Ritornò adunque col Legato del Pontefice fra pochi giorni a Ma-*