* XX * I472 mandò loro che per ogni galea facessero due o tre scale e de’ graticci : e apparecchiate tutte le cose che bisognavano, con diligenza si partì da Samo , e con vento da Ponente , lasciando Rodi, venne velocissimamente all’ isole Chelidonie . I Rodiotti gli mandarono due galee in aiuto. Era il numero di tutta l’armata di galee ottantacinque ; delle quali diecinove avea mandato il Pentefice, le Regie erano diecisette, le Rodiotte due, le Veneziane quarantasette, dodici delle quali erano di Schiavonia. Alcune delle Veneziane non vi si trovavano presenti, essendo andate a far quel- lo che era loro stato imposto dal Generale . Quivi il Generale risegnato il numero delle galee, si avviò verso la detta città, la qual era lontana intorno a miglia sessanta. E già erano passate dieci ore del giorno : pertanto tutta la notte seguente vogando con vento contrario , alla terza ora del giorno dietro si accostò coll’ armata al lito vicino alla città. Quindi comandò a Vettor Soranzo Proveditore che con dieci galee andasse a prender il porto; e a Stefano Malipiero l’altro Proveditore comandò che egli cogli altri soldati dalla parte di terra assaltasse la città . Agli Stradioti commesse che occupassero il colle vicino alla città, per poter esser presti al soccorso. A rutti fece ammonizione che si ricordassero della lor primiera virtù, dovendo combattere contra l’inimico barbaro vile e dispro-visto, per la Religion Cristiana, e per la maestà del Dominio Veneziano; mostrando loro la città ricchissima di oro di argento e di preziosi arnesi ; la quale se prendessero, ritornerebbero tutti ricchi alle case loro. Accettarono tutti allegramente le parole del Generale ; e licenziato ognuno, egli insieme col Legato del Pontefice e col Capitano regio