* LVI * 1473 de’Persiani, e saccheggiarono li bagagli, nè osarono inseguirli più oltre. Il Re si ritirò coll’ esercito a’ luoghi montuosi dell’Armenia; perciocché quivi era la moglie co suoi figliuoli. Il Turco perchè avea presi gli alloggiamenti del Re e avea fatta preda de’suoi bagagli, stimandosi vincitore, licenziò l’esercito, e se ne tornò a Costantinopoli . Furono in questa spedizione le genti del Re al numero di trecentocinquantamille : quelle del Turco trecentoventi-mille. Morirono de’Persiani diecimille, e di quelli del Turco quarantamille. Il Re adunque non fu superato dal Turco nè per quantità di gente, nè per valore de’soldati; ma sii bene per astuzia e per abbondanza di artiglierie . Il Generale avendo intese queste cose dalle lettere di Caterino Zeno, il quale ancora lo avvertiva che per quest’ anno non aspettasse più il Re; perciocché sopravvenendo già l’inverno, volea ritirar l’esercito a svernare; partendosi di Caramania, venne in Cipro per allegrarsi con la Regina di un figliuolo che poco innanzi avea inteso esserle nato; e insieme per vedere se avea bisogno di alcuna cosa per sicurtà del regno . Venuto adunque alla Regina, dappoiché si ebbe allegrato con essa lei ; per compiacerla, fu da lui e da’Proveditori tenuto a battesimo il fanciullo ; al quale fu posto il nome del padre. Battezzato ch’ebbe il figliuolo, dalla Regina si diparti. Era in Cipro Andrea Cornaro Zio della Regina, uomo di natura quieta e gentile ingegno, allevato fin dalla sua giovinezza con ottimi costumi, e atto anzi a sofferire, che a fare ingiuria. La Regina si valeva nel governo del regno principalmente del suo consiglio . Il Generale chiamatolo a se, gli domandò dello stato del regno e della fedeltà de’ vassalli, e se temeva