* XLVIII * 1473 za, si dipart‘1. Indi senza porre tempo di mezzo, navigò con tutta Tarmata verso le isole adiacenti alla Licia: e avendo inteso che si trovava in quella regione non molto fra terra una città ricchissima chiamata Micra, deliberò di prenderla. E' questa terra situata sopra un monte ratto ed alto assai, il quale in mezzo d’una vallata d’intorno circondata di monti s’innalza. Fuori della vallata sono campi fertilissimi e bagnati dal fiume Lorimo, i quali per questo sono pieni di spessi casali. Il Generale adunque la mattina per tempo si accostò al lito coll’armata fuori della vallata, e sbarcò la cavalleria e i fanti ; i quali scorrendo per tutti li campi, saccheggiarono i casali , e fecero gran presa d’uomini e d’altre cose. Egli si ridusse poi coll’armata nel porto vicino alla terra, e sbarcò tutte le genti. Era alla guardia del detto luogo Carago Serviano con centocinquanta Giannizzeri; al quale mandò il Generale un suo messo ad ammonirlo che voglia rendersi, e non aspettare che gli-rovini le mura; e presa la città per forza, egli sia costretto a vedere la sua gente derisa. A questo rispose Carago ch’egli era uomo di tal nascita da patire ogni supplicio, piuttosto che macchiare la sua fede; e che per situazione per mura e per difensori, si stimava sicurissimo : onde non voleva dar la terra commessa alla sua fede ad altri, che al suo Signore, dal quale l’aveva avuta. Il Generale intesa la risposta, si preparò all’assalto: e perchè v’ era un passo solo per li cavalli vicino al lito del mare, e questo ancor assai stretto, per andar alla vallata; perciocché tutto il resto era chiuso intorno intorno da monti a guisa di teatro; comandò che quivi si facesse un forte cinto di fossa, e vi pose buon presidio per guardia, ac- cioc-