* LXXXV # gli antichi Romani che furono illustri per gran coraggio ed esimia virtù. Perciocché egli, non come quelli, i quali pieni di vana ambizione, intenti agli onori mondani, facea-no ogni cosa per accrescere le loro forze ; ma tutto acceso di vero amore della Cristiana Religione e della sua patria, sempremai l’onore e bene pubblico fin alla sua propria vita antepose. Non gli mancarono mai gli onori e le dignità ; le quali quanto più egli fuggiva, tanto più tostamente gli venivano concesse . Imperciocché innanzi che fusse Generale, era stato Censore; il qual magistrato fu da lui amministrato con grandissima integrità. Spesse volte ancora ebbe il carico di Savio grande; magistrato che nella Repubblica ha la cura di consigliare e proporre al Senato le cose che occorrono da essere decretate.: e fu ancora più volte ambasciadore airimperatore e al Pontefice. Essendo fuori Generale fu eletto con pieno consenso del Consiglio Procuratore di San Marco; la qual dignità dopo quella del Doge è riputata la prima . Ritornato poi in patria, non essendosi ancora ben risanato , per la morte di Niccolò Marcello Doge, fu eletto egli in luogo suo; concorrendo in quest’ elezione i voti di tutta la Città (io). E' questa dignità a guisa (io) Fu eletto il Mocenico Procuratore di San Marco l’anno 1471 addì 4 Novembre, e nel 1474 addì 16 Decembre fu assunto alJa dignità Ducale ; ma per le gravissime fatiche sofferte nel guerreggiare a prò della patria reso malato, non sopravvisse sennon sino alli 13 Febbraio del 1476. Oltre a quanto di lui ne’libri a stampa si legge, un bel Panegirico inedito delle sue gesta ci rimane scritto in versi eroici da Bartolommeo Pagello Vicentino, poeta Latino contemporaneo degno di essere conosciuto più ancora di quello che ne sia per le