* L # 1473 le fece vedere a quei della terra . Gi'a erano state rovinate dalle artiglierie due torri della citta : la cortina ancora tra le due torti era caduta ; quando Carago vedendo essere stati uccisi e posti in fuga i suoi che li venivano a dar soccorso, e non avendo più speranza di esser aiutato, e che oramai le mura erano in parte rovinate, esortato ancora da’suoi cittadini a rendersi, stimò che non era ben fatto indugiar più, e mandò al Generale a rendergli la citta. Il Generale adunque presa la città, lasciò andare Carago con la turba de’terrazzani dove egli \^>lle; e concessa la preda a’soldati, fece dar fuoco e spianare la città. Erano i borghi vicini alla piazza del mercato molto bene abitati : gli orti ancora per la comodità dell’ adacquare erano coltivati con gran diligenza : ma tutti furono rovinati a ferro e fuoco. Fatto questo, il Generale si part'i di là, e venne al Fisco . Il Fisco fu gi'a città della Licia, ed è posto allo ’ncontro della città di Rodi ; del quale appena si vedono oggi le vestigia . Il territorio nondimeno è abitato con casali, i quali tutti furono da’nostri saccheggiati. Il Generale avendo conceputo nell’ animo imprese maggiori, deliberò di passar oltre lo Stretto di Gallipoli, per quivi fare qualche danno notabile all’inimico. Chiamati adunque a se i Sopracomiti delle galee, comunicò con essoloro la sua deliberazione, e comandò che apparecchiassero le lor galee. Mentre che il Generale stava occupato in queste cose, vennero a lui due ambasciadori di Carlotta sorella del Re di Cipro, la quale già molti anni cacciata del regno dal fratello, allora in Rodi facea dimora. Questa è maritata a Lodovico figliuolo del Duca di Savoia, uomo di poche