* LXIV * 1474 il Senato gli avrebbe avuti per amici ; e che a far questo era bisogno non di parole, ma di fatti : onde se era vero quel che dicevano, che essi restituissero le piazze e le entrate pubbliche alla Regina. Essi promisero di far ogni cosa coll’opinione e consenso degli altri. Il Proveditore avendo consumato molti giorni nel comporre le differenze co’ congiurati, e accorgendosi che da loro non poteva avere se non parole, scrisse al Senato e al Generale, che il regno era oppresso da una grave tirannide, e che egli non avea potuto con le parole e con la persuasione muoverli a mutar opinione; onde egli era mestieri per liberar il regno di adoprar l’armi e far provisione di forze maggiori. Il Generale aveva già inteso che era stato eletto in suo successore Triadano Gritti (8), uomo di grande ingegno ed esercitato ne’maneggi pubblici; ma di assai grave età, perciocché già avea passato ottantaquattro anni; e insieme con esso lui due Proveditori , Luigi Bembo, che due anni innanzi un’altra volta ancora avea avuto cotal carico, e Iacopo Marcello ; uomini di grande animo e nelle cose di mare sommamente esercitati. Per la qual cosa stava aspettando ordine dal Senato (8) Triadano Gritti fu avo di Andrea Doge celebratissimo, e questo condusse seco giovinetto nelle ambasciate in Inghilterra, in Francia , e in Ispagna ( Nicol. Barbadic. Vita Jfnd. Gritti p. 2 ) . Andò ambasciatore anche a Papa Paolo II. Fu Podestà di Padova nel 1459, e Capitano nel 1465. Compì li meriti suoi verso la patria, col sostenere il carico di Capitano Generale nella spedizione qui riferita: e morendo in Cattaro l’anno stesso 1474, si trasferì il cadavere suo a Venezia, e se gli fece magnifico funerale, con Orazione del dottissimo Ermolao Barbaro, il quale allora non contava più d’anni vinti ilell’età sua. Sanudo Spoglia di Cronache Mss. nella Lib. di S. Marco.