* XXV * dorè di Venezia; e che sin ora alcuni de’suoi Capitani 1472 aveano assalito l’Armenia minore suddita al Turco, e preso Tocat città fortissima di quella regione, e alcuni altri castelli ; affermando che li Persiani sono ben in punto di cavalleria, e che sono atti a combattere con lancia saette e spada, ma che degli altri strumenti bellici non han cognizione e ne sono inesperti. Che per questa cagione ha ordine dal suo Re di andar a trovar il Pontefice Romano 1 Signori Veneziani e altri Prencipi Cristiani, e di pregarli che siano contenti di aiutar il suo Re di artiglierie necessarie per espugnar le citta e per offender di lontano 1’ inimico. Il Cardinale e il Generale insieme cogli altri Capitani gli fecero grata accoglienza, e gli diedero buona speranza che avrebbe impetrato quanto appunto desiderava. Oltra dì questo gli fecero vedere la potente armata che avevano, la qual era all’ordine di uomini e di arme quanto più si potesse desiderare; affermandogli che ad ogni cenno del suo Re ella sarebbe presta ad andare in ogni luogo . Licenziato che si fu f ambasciadore, attesero alle cose che avevano a fare, mentre che il tempo serviva loro. Dalla parte di Occidente del Castel San Pietro , del quale-abbiamo sopra parlato, si trova Termerio promontorio de" Mindi, il quale si distende nel mare per molte miglia verso 1’ isola di Coo, ed è paese aprico, aperto a tutti i venti, coltivato molto bene di olivari e di vignali, e bene abi- 'titolo di Caterino Zeno , Storia curiosa delle sue avventure in Persia, tratta da antico originale manoscritto, ed ora per la prima volta pubblicata, è propriamente presa da’ Commentarli di Niccolò Zeno , con interpolazioni e giunte del moderno scrittore. D