* XXVI * 1472 abitato di spessi casali. In questa regione gli uomini soli erano rimasti l’autunno per far la raccolta de’frutti; perciocché per la paura della guerra, e per le correrie fatte i giorni addietro ne’ luoghi vicini, avean condotto le donne e i putti ne’luoghi fra terra. Quivi giunto il Generale, messe da due parti le genti in terra, corsero tutto a traverso il paese, saccheggiando ogni cosa, e mettendo tutto a ferro e fuoco. Furono portate centotrentasette teste de’ nimici, che aveano voluto far resistenza, al Generale: gli altri in gran numero furono menati prigioni ; i quali poscia venduti all’ incanto , furono divisi i danari secondo 1’ usanza, dando ancora la parte loro ai soldati del Papa e del Re. Indi partendosi il Generale se- ne venne all’ isola di Nas-so, perciocché quivi i navilii carichi di biscotto di ordine del Generale aspettavano. E perchè era al fine dell’autunno, il Capitano del Re presa licenza, si dipartì per tornarsene a casa colla sua armata. Il Legato del Pontefice insieme col nostro Generale deliberarono di far qualche bella impresa, prima che l’inverno li sopraggiungesse. Aveva inteso il Generale che Smirna città ricchissima della Ionia era mal proveduta ; perciocché la maggior parte delle sue mura per la vecchiezza eran cadute, e i cittadini usi a una lunga pace non si aveano curato di rifarle. E perchè la detta città è situata in un lunghissimo golfo, e molto lontana dalla navigazione, non avea appena sentito la guerra; e i suoi cittadini se ne vivevano sicurissimi e senza paura. Il Generale adunque partitosi da Nasso primieramente venne a Psira, isola disabitata che solamente Jia le vestigia di un antico castello : poscia navigando di notte,