* XXXIII * proprii vestigli, li quali, avendo egli camminato per Tare- 1473 na, apparivano schiettamente , essi subito si avviarono verso il bosco : e già erano vicini al luogo dove Antonio si aveva ascoso, quando uno de’ suoi compagni di nazione Dalmato nativo di Budua desiderando di morire valorosamente, colla spada in mano se ne usci addosso gl’ inimici ; e uccisine due di loro, non potendo più resistere alla gran moltitudine che d’ogn’ intorno lo ferivano con armi e sassi, rimase morto. Antonio insieme cogli altri compagni fu preso vivo, e condotto legato dinanzi il Suhbassà. Il Subbass'a, parendogli che non toccasse a lui il far morire costui che avea tentato cosi gran cosa, lo mandò insieme co’ suoi compagni al suo Signore; il quale fattoiosi venire innanzi, lo interrogò per qual sua ingiuria , o per qual beneficio de’, suoi inimici, avesse avuto ardimento di commetter contra di lui così grande scelleratezza. Allora Antonio senza paura: Non sai, rispose, che ogni uomo da bene a ragione dovrebbe perseguitarti, come quello che sei la peste e la rovina di tutte le genti. Tu hai spogliato senza cagione tutti li Prencipi che confinavano teco de’ loro proprii stati . Tu perfido non hai servato la fede a niuno di quelli che ti si hanno reso. Tu del sangue de’tuoi proprii non ti vedesti mai sazio. Tu finalmente ti affatichi per estinguere il nome Cristiano ; la qual gente sola al presente adora il vero Dio con pura religione. Per le quali cose io confesso aver avuto ardimento di far quel che ho fatto : e Dio volesse che altrettanto avessi potuto fare contra la tua testa. Il Turco ammirata l’audacia del giovine, comandò che fusse ucciso insieme co’ suoi compagni ; i quali subitamente tolti dalla sua presenza furono segati per mezzo. E Così