* XLI * leva prender la terra, bisognava valersi di esse. Il Gene- 1473 rale il giorno dietro mandò un messo nella terra a Mustafà a fargli intendere che egli volesse piuttosto far esperienza della fede, che dell’armi de’Veneziani ; e che quando egli non si rendesse, s’immaginasse di non trovar mercè presso di lui. Mustafà rispose che egli avea fatto già esperienza dell’armi de’Veneziani, e che per lo sito del luogo e per la fortezza del castello si tenea sicurissimo, nè temeva di lungo assedio; perciocché avea vettovaglie in abbondanza: onde non voleva nè render il castello, nè confidarsi della fede di alcuno. Il Generale avuta la risposta di Mustafà, montato a cavallo, insieme co’Provedìtori cavalcò intorno alla terra ; benché dalie mura non restassero di saettare e tirare delle archibugiate : e con diligenza prendendo in esame ogni cosa, si accorse che dalla parte di Tramontana le mura non erano molto forti, e che il monte era men aspro e ratto; e che quando fussero gettate a terra le muraglie da quella parte, sarebbe facile a’soldati 1’ entrar nella terra. Comandò adunque che si piantassero da quella parte due artiglierie. Mustafà accorgendosi che conducevano le artiglierie e che si apparecchiava ogni cosa all’espugnazione, spaventatosi dal timore della disgrazia che da prima non credeva, mandò un uomo di età suo familiare al Generale, acciocché gli rendesse il castello; con patto che egli lasciasse partir lui e tutti i suoi sani e salvi con tutte le sue robe, e andar dove più loro piacesse. Il Generale data la sua fede, e lasciato andar Mustafà dove voleva, consegnò senza indugio il castello acquistato per dedizione ad Isofo Capitano delCaramano, che si trovava presente. F Espe-