* XXXVII * re Costantinopoli, c lasciatovi insieme con buon presidio 1473 suo figliuolo minore per custodia; perciocché temeva forte di questa città, dubitando che, se l’armata de’Veneziani acquistasse il sito de’ Dardanelli, non espugnasse poi la città . Il nostro Generale avendo inteso che i Caramani, i quali erano amici e collegati del Re di Persia, ed erano stati scacciati dal Turco del loro regno paterno , assediavano alcune città della Caramania ; e che il maggior fratello de’ Caramani era uno de’ più cari amici di Ussuncassano ; desiderando di fare cosa grata al Re, deliberò di ricuperare a’ fratelli il regno della Caramania. Lasciata adunque ogni altra cosa, avendo l’inverno ristorate le navi e posta l’armata all’ ordine, tolto seco de’ cavalli, verso la Cara-mania navigò. Venuto a Rodi, da que’dell’isola ebbe due galee. Indi partendosi > giunse in Cipro al Re , che era amico e confederato. Il Re di Cipro ancor egli gli diede quattro galee sotto il Capitano Zamperio . Con tutta quest’ armata partissi di Cipro il Generale, e se ne andò ai liti della Caramania vicini a Seleucia, dove allora il Caramano aveva poste le sue truppe per assediare Seleucia ; e coll’armata entrò nel porto di San Teodoro. In questo luogo fu già il castello di Venere, abitato per la comodità del sito da molti corsari. Al presente ancora si vede il Tempio di Venere nel lito del mare fuori delle rovine del castello, di mirabil grandezza, di pietre quadrate eccellentemente fabbricato . Quivi Cassambei il minor de’ fratelli Caramani ( che Piramet 1’ altro fratello col Re di Persia si ritrovava ) mandò ambasciadori al Generale, i quali si rallegrarono della sua venuta , e dissero che i detti Caramani, per la