* XXIV * I472 sto all’ Ostro e al Sirocco, i quali venti principalmente in quel mare della Panfilia sogliono essere furiosissimi ; di comun parere deliberarono di dar il guasto al territorio intorno alla città, e partirsene il giorno dietro. Erano i borghi fuori della città fabbricati magnificamente, e colle case spesse facevano apparenza di una città . Gli orti erano pieni e coltivati di arbori fruttiferi , e bagnati di molte fontane di acqua viva. I nostri adunque il giorno dietro posto il fuoco nelle case le abbruciarono, e tagliarono gli arbori, guastando insieme ogni altra cosa. Fatto questo con gran prestezza il Generale partito di là, fra pochi giorni pervenne a Rodi. Quivi lo giunse un ambasciadore di Ussuncassano Re -di Persia, il quale fece intender al Generale al Cardinale e agli altri Capitani dell’ armata, che già il suo Re era in campagna contra il Turco , mosso dalle persuasioni di Caterino Zeno (5) ambasciadore (5) Caterino Zeno era parente dì Ussuncassano Re di Persia , siccome quello che aveva per moglie Violante figliuola di Niccolò Crespo Duca d’Arcipelago e d’una sorella della Regina moglie di Ussuncassano. Sono abbastanza comuni li Commentarii di questa sus ambasciata in Persia e delle cose di quel regno, compilati molti anni dopo da Niccolò Zeno suo pronipote, e stampati in Venezia T anno 1558, poi riprodotti nelle varie impressioni de’Viaggi di Giovambattista Rannusio. Non s’è però mai potuto rinvenire esemplare veruno d’altra Descrizione del Viaggio medesimo di Caterino; la quale precedentemente fu data a stampa, secondo che Niccolò Zeno scrive nel proemio a’ Commentarii, ove confessa egli pure di averne indarno, fatta ricerca. E' però egli.solo a citare quella vecchia edizione . Di Caterino e delle cose di lui con esattezza scrive il Serenissimo Doge Foscarini nella bell’opera della Letteratura Veneziana p. 407. Ma l’operetta venuta a stampa in Venezia l’anno 1783 col