* Vili * 1471 Fra il tempo che corse nel mandar gli ambasciadori, e che si trattò delle condizioni della pace, mandando lettere in sa e in giù, tutta l’estate se ne passò ; nella quale ancorché il Generale sommamente desiderasse di far qualche grande impresa degna di lui e della gloria de’suoi maggiori* nondimeno seguendo l’opinione de’Proveditori., non fece altro ; perciocché si temeva che facendosi qualche offesa al Turco, egli non ritenesse e offendesse gli ambasciadori , che erano uomini nobili e innocenti . Venendo adunque il verno, il Capitano dell’armata regia si ritornò a Napoli ; e Marin Malipiero insieme con Luigi Bembo Proveditori avendo avuto licenza, ritornarono a Venezia. I Veneziani abbandonata la speranza della pace, deliberarono di prepararsi alla guerra per l’anno seguente. Mandarono adunque ambasciadori prima al Papa, poi al Re Ferdinando per moverli e accenderli a prender Farmi contra il comune inimico della Cristiana Religione . Il Papa accolti benignamente gli ambasciadori, promesse di non mancare con tutte le sue forze . Il Re Ferdinando anch’ egli promesse con grande affetto ogni suo aiuto per 1’ anno venturo. Il Generale mandò noncii con lettere e al Gran Maestro di Rodi e al Re di Cipro, acciocché per la primavera si apparecchiassero e mandassero le galee , che doveano per la confederazione. Frattanto egli se ne andò coll’ armata intorno alle isole dell’Arcipelago ; perciocché temeva non forse con qualche occasione l’inimico prendesse alcune delle isole suddite del Dominio ; essendovi in quelle molti castelli deboli e mal muniti. Mentre che egli se ne stava in questi contorni con Tarmata, intese che un ricco casale della Natòlia era senza alcuna custodia. E' posto questo luogo