* LXVII * Regina e del Proveditore, e considerato bene ogni cosa, *474 deliberò di andar in Cipro con tutta 1’ armata ; prima per acquetar il regno già liberato dalla tirannide; poi per mostrare ad ognuno quanto fussero preste, quando era bisogno, le forze grandi de’ Veneziani. Partitosi adunque da Rodi con tutta l’armata si drizzò verso Cipro, e in pochi giorni se ne venne a Famagosta. Quivi comandò che tutti dovessero venire armati : dappoi nella piazza di San Niccolò nel mezzo della città dinanzi al palazzo regio , alla presenza della stessa Regina e di tutti li principali Cipriotti, fece la rassegna e la mostra di tutte le sue genti. La Regina e i baroni vedutone il grande apparato, si stupirono, meravigliandosi della gran sollecitudine e diligenza del nostro Generale, il quale nel mezzo deH’inverno, col mare turbato e alcuna fiata impedito dalla fortuna, in così breve tempo, da varii luoghi avesse messo insieme sì bell’esercito. Il Generale fatta la rassegna delle sue genti, licenziò le galee da mercanzia e le altre tutte che di suo ordine erano venute da ogni parte, fuorichè li galeoni della sua armata. Rimandò pure a casa la cavalleria di ogni maniera e i soldati che aveano tratto de’presidii, e ritenne solamente gli arcieri Candiotti. Elesse poi alcuni Capi di nazione Veneziani, i quali pose a custodia delle fortezze tutte, col presidio di detti arcieri Candiotti. Espedite queste cose, perchè dopo la fuga dei tiranni la Regina avea posto in prigione molti de’loro seguaci; il Generale postili al tormento, condannò a morte i colpevoli dell’ omicidio , e mandò in esilio li sospetti y di qualunque condizione fossero . Molti rei e di mal animo che si erano ascosi per l’isola bandì di terra e luoghi, con pena grande a quelli che non li palesa.- I 2 vano :