* LXIX * cosa quieta e sicura ; deliberò di tornar a casa , perciocché 1474 oramai ne era tempo . Il Proveditore Soranzo, il quale anco era stato eletto Proveditor sopra le genti da terra, comandò che con dieci galee dovesse restare in Famagosta ; ed egli andò a trovare la Regina, alla quale parlando cortesemente, le disse che con le forze de’Veneziani e coll’ opra sua il regno tolto dalle mani de’tiranni , le era stato restituito: promise anche per nome del Senato e suo nell’ avvenire, se facesse bisogno, di fare assai più. La Regina laudato il Generale, rese grazie al Senato Veneziano e a lui , chiamandolo padre e liberatore del regno : al quale per segno delle sue belle e prospere azioni donò uno scudo di bella fattura e uno stendardo di seda di colore chermo-sino , lavorato d’oro, con le insegne regali. A’Proveditori ancora diede due minori stendardi. Il Generale preso commiato da lei, e baciato il fanciullo regio, che la madre te-nea nelle braccia, si diparti. Quivi lasciato il Proveditore, col rimanente dell’armata entrò in viaggio: ma ebbe difficile navigazione, perciocché essendo allora di estate, e spirando venti contrarii da Ponente, gli convenne far con fatica il viaggio a remi. Venne prima a Rodi, poi a Candia, di là aModone. Quivi intese che il Turco era con grande esercito all’ assedio della città di Scutari, la quale già da molto tempo era sotto il dominio Veneziano . E' Scutari situata sopra un alto monte da ogni lato scosceso ed erto, e in alcuna parte anco inaccessibile, in quella regione dell’Illirico che occupata dagli Epirori al presente si chiama Albania; luogo fertile e di tutte le cose che sono di bisogno alla vita umana abbondantissima. Dalla parte della terra verso Ponente è ua