* XLIII * Dio li volgono alla superstizione di Maometto, dandoli 1473 ad istruire a’ loro maestri, i quali loro insegnano tutte le arti della guerra. Questi venuti in età vanno alla guerra col Signore, e si chiamano Giannizzeri. Se alcuni sono di nascita o d’ingegno superiori agli altri, loro danno maggior dignità. Di questi eleggono i Capitani degli eserciti> i Subbassà delle provincie, i Capitani delle terre e delle fortezze. Gii altri parte si mandano ne’presidii delle terre, parte restano a guardia del Signore ; il quale seguitano poi alla guerra e in ogni altro luogo. Questa compagnia è la fortezza e quasi un invitto braccio di tutto l’esercito del Turco; perciocché questo Signore presente e i suoi precessori coll’armi e col valore di questi hanno guadagnato ogni lor impresa. Di questa truppa era il Capitano della terra, di nazione Schiavone, nominato Ismaele, dalla sua puerizia tra i Giannizzeri dell’ Ungheria allevato ; a! quale il Turco avea dato la custodia della terra con centocinquanta soldati. Ismaele rispose, che egli non era Mustafà Caramano, mandato insieme con pastori e turba vile di contadini alla guardia della terra ; ma che era della compagnia del Signore insieme con molti Giannizzeri, uomini valorosi e assuefatti fin dalla loro puerizia nella polvere nelle ferite e nel sangue ; i quali erano presti a sopportare ogni estremo tormento, per mantenere la lor fede. Il Generale intesa la risposta d’Ismaele, andato intorno la terra per osservare dove si avessero da piantare le artiglierie ; considerato bene ogni cosa, deliberò di porne due grandi da batter le mura dalla parte di Occidente, e un’ altra fame accomodare sopra l’isola opposta dalla parte di Ostro ► L’Ammiraglio di ordine del Generale attese con ogni dili* £ 1 getiza.