* XLIV * 1473 genza a sbarcare le artiglierie e fare le altre cose necessarie; perciocché egli è mestieri di fortificare le artiglieri? con gabbioni, acciocch è i bombardieri che le hanno da adoperare possino stare sicuri dalli cannoni degl’ inimici. Passarono adunque alcuni giorni nel trar fuori e accomodare le artiglierie, e nell’apparecchiare le altre cose; nei quali i nostri non restarono di sfidare e offendere gl’inimici con saette e con archibugi. Quelli della terra ancora non mancavano d’impedire e sturbare i nostri dalle loro opere con artiglierie e co’dardi: onde dall’una e dall’altra parte ne morirono alcuni. Già erano preste tutte le cose e all’ordine per battere le muraglie, e inoltre quell’artiglieria che fu posta alla parte destra sull’ isola avea gettato per terra una gran parte del primo muro; quando Ismaele vedendo la rovina fatta dalla parte di Ostro della mit-raglia, e dall’altra parte piantate due grandi artiglierie vicine alle mura della terra e fortificate, entrato in paura, patteggiò per se e per li suoi compagni la salvezza, e rese la terra al Generale: il quale la consegnò con tutti gl’ istrumenti da guerra che si trovarono dentro al Caramano, e fece condurre Ismaele co’suoi compagni dalle nostre galee in Soria, secondo che avea patteggiato. Esso poscia si ritirò a’liti vicini a Seleucia. Seleucia città antica fu edificata da Seduco uno de’ successori di Alessandro, ed è cinque miglia lontana dal mare. Fu già città grande, con belli borghi, e per molti monumenti illustre; presso alla quale scorreva il fiume Callicadno, il quale bagnava tutto il suo territorio che è grande. Restano ancora molte vestigia di edifizii, specialmente sulla riva del fiume. Qui vidi io oltra le rovine di tempii e dell’ an-