* LII * 1473 Oltra di ciò lo avvertiva che senza indugio se ne venisse nella Caramania con tutta l’armata; perchè Ussuncassano fra pochi giorni di certo era per venir la a fine di trattar seco del modo di tutta la guerra. Mutato adunque il Ge-• nerale il viaggio, tornò verso la Caramania. E perchè mancava il pascolo per li cavalli, egli sbarcò le genti nel territorio che già fu de’ Mirinei . Mira fu città di Licia, una delle sei che tra quelle di Licia per grandezza e dignità avanzavano le altre : ora eh’ è rovinata, si veggono molti vestigii di essa , specialmente monumenti sepolcrali cavati nel sasso vivo, li quali sono ornati di colonne e di statue scolpite e intagliate nel sasso medesimo. I nostri correndo il paese fecero pochi uomini prigioni di quelli che erano rimasti per guardia ne’casali; perciocché gli al- . tri spaventati si avevano ritirato ne’dirupi e fra li sassi dei monti inaccessibili : ma tuttavia riportarono buona quantità di orzo e di formento. Caricato adunque sulle galee tanto orzo che potesse bastare a’ cavalli per molti giorni, indi partendosi, venne in Cipro. Giunto alla città di Famago-sta, andò a trovar la Regina, la quale per la morte seguita poco innanzi del Re, afflitta e piena di dolore piangeva; e si pose a consolarla con molti esempi della fragilità delle cose umane e dell’instabilità della fortuna; promettendole largamente ogni suo potere e favore, quando ella ne avesse avuto mestieri. La Regina ancorché fusse oppressa da insanabile ferita, e per le lagrime e per il dolore appena potesse levare la faccia e appena parlare; nondimeno alzati gli occhi, rese grazie al Generale , supplichevol-* mente raccomandando a lui se stessa e il suo regno. Il Generale avendola alquanto consolata, preso da lei commiato»