* LXII * 1473 col Senato Veneziano. Il Bailo benché sapesse che essi di-cevano'il falso, nondimeno accomodandosi al tempo, promise loro di far ogni cosa. I congiurati dappoi se ne andarono in palazzo e fecero le nozze della figliuola del Re, fanciulla di sei anni, nel figliuolo del* Re Ferdinando, ancor esso giovinetto; dandogli il titolo di Prencipe di Galilea, e promettendogli molti casali in dote; il qual tito- lo presso a Cipriotti si suol dare a’successori del regno . Fatte queste cose, mandarono una delle galee insieme col noncio del Re, che era venuto coll’Arcivescovo, a dar avviso a Ferdinaudo di tutto quello che era seguito. Temendo poscia della potenza de’Veneziani e di non esser oppressi prima che avessero fatte le loro provisioni, mandarono un ambasciador a Venezia e al Generale, per mitigare V atrocità della morte del Cornaro, e per metter tempo in, qualche modo , se mai una spedizione fosse per farsi cou-tra di loro. Mandarono anco lettere della Regina scritte di sua mano propria e al Generale e al Senato ; nelle quali si conteneva, che per la sua avarizia Andrea era stato ucciso da’soldati; e che essa insieme col figliuolo liberamente governava il regno, e che tutti gli erano fedeli e obbedienti : il che scrisse la Regina non di sua volontà, ma per ordine de’congiurati ; perciocché essendo oppressa dalla loro tirannide, faceva il tutto come essi volevano . Messero poi i congiurati alla custodia delle fortezze uomini loro fedeli e consapevoli delle loro scelleratezze : e perchè nella camera reale non si trovavano danari, presi molti argenti del Re e fatti fondere, fecero coniare monete , per dar le paghe a’ loro seguaci. 1474 Mentre che si faceano queste cose, le due prime galee man-