* LXXIII * insieme più genti che egli potesse, così delle sue, come di quelle che sono suddite al Dominio Veneziano; e che per terra andasse a soccorrer Scutari ; e che esso Boldù fabbricate delle barche, per lo lago insieme con Iuano andasse al soccorso di Scutari. Mandarono appresso cinque galee, le quali entrando nella bocca del fiume Drino, fussero in guardia di Alessio; perciocché la terra di Alessio è posta nel piano, ed è poco forte. Vicina ad essa terra di Alessio è un’isola assai grande fatta dal fiume Drino; il quale nell’ entrar in mare si divide in due parti. In questa quasi tutti gli abitanti de’territorii dell’Albania si erano rifugiati con le robe loro. Mandarono adunque le galee predette e molte altre barche armate per difesa dell’isola. Assicurarono ancor Durazzo con quattro galee e col presidio de’cavalli Albanesi. Questa città a’tempi delle guerre civili sommamente fu celebrata ; perciocché Pompeo quivi avea raccolto tutti gli apparati della guerra contra Cesare: ora per la malignità dell’aere è quasi diserta e disabitata. Ma tuttavia restano ancora alcuni monumenti di città nobile; tra li quali v’è una statua equestre di metallo alla porta verso terraferma: questa, perchè è senza inscrizione, alcuni dicono essere di Teodosio Imperatore, altri di Constantino . Nella detta città i Veneziani mandarono buona custodia per la comodità del porto. Mandarono ancora soccorso di soldati e di galee in Budua, in Antivari, in Dolcigno. Dolcigno fu prima detto Colchino, fabbricato da’Colchi; i cui cittadini conservando ancora un non so che di salvatichezza do’suoi progenitori , sono incivili e fastidiosi co’ forestieri. I Generali col resto dell’ armata presso alla chiesa di San Sergio Martire in vista de’cittadini si posero. La chie- K sa