* LXXV * no e di notte nelle muraglie; le quali non essendo di mol- 1474 ta grossezza e per la vecchiezza assai deboli, facilmente cadevano . Era nella città di Scutari Podestà e Proveditore Generale di tutta l’Albania Antonio Loredano (9), nato di nobilissima famiglia, uomo di gran coraggio, d’indefesso ingegno e presto a sopportare ogni dura cosa per la sua patria : il quale con grande presenza di spirito avendo l’occhio ad ogni cosa , dove vedeva che le mura fussero per cadere, facea ficcare de’ pali, e questi fortificare con travi per traverso : dappoi frapponendovi de’ graticci con terra e sterco di cavallo, di cui ve n’era nella città grande abbondanza , fece alzare un argine largo quindeci piedi e alto venti. Sopra dell’argine fece porre delle botti da vino piene di terra in luogo di merli, acciocché quelli del castel- lo coperti potessero combattere. Il Loredano spinse con gran promesse un giovinetto di nazione Albanese, di grande e ardito animo , a portar sue lettere ai Generali. Il giovine tolte le lettere, e appostata una notte orrida e oscura per pioggia e tuoni, passò per mezzo gli alloggiamenti de ni- mici, (p) Il Loredano dopo di avere con bravura singolare sostenuto l’assedio di Scutari , tornato l’anno stesso 1474 in patria, fu fatto Cavaliere ed investito della dignità con cerimonie solenni. Eletto poi Proveditore Generale da Mare difese Lepanto, Lenno, ed al» ‘tri luoghi contro i Turchi ; onde nel 1478 fu fatto Procuratore di San Marco . Nella guerra di Ferrara contro il Duca Ercole I trovos-si pure Proveditore e col Capitano Roberto Sanseverino i migliori successi condusse : ma contratta mortale malattia, se ne venne a Padova , e quivi morì l’anno 1481. Saóel/icut p. 778. et seq. Sanud# ni» ec. p. Ili6. Corone/li Procuratori di S*n Marco p. 57. K z