284 voi non sarete compagni. Voi continuerete a volere insegnare dall’ alto.... insegnare, continua-mente insegnare, deridere i nostri errori ; non riconoscere le nostre sofferenze q i nostri martirii; biasimarci con tutta la crudeltà di un idealismo delirante e... e... Ma voi avete già cominciato. Guardate come il medesimo Aksakov nel suo articolo del primo numero del « Giorno » tratta la letteratura russa. Egli la guarda con un certo scetticismo ostile, egli nega in essa tutto ciò che ha di proprio, con una leggerezza insopportabile da parte di un uomo che soffre seriamente con tutto il cuore, con uno sdegno offensivo. Anche se egli avesse pienamente ragione nel suo giudizio, la leggerezza, lo scetticismo dell’articolo, l’adorazione di se stesso nell’altero estraniarsi da tutto ciò che vive accanto a lui, questo sguardo di sprezzo, che sfiora e non degna di fermarsi su nulla seriamente, che non si degna di apprezzare nulla, già soltanto questo sarebbe troppo crudele e spensierato. Per lui tutta la nostra letteratura non è che imitazione ed aspirazione all’ ideale di altri paesi. Egli nega qualsiasi manifestazione della coscienza sociale nella nostra letteratura, non crede all’analisi, che si è manifestata in essa, all’autocritica, ai tormenti, al riso che si rifletteva in essa. No, signori, noi non abbiamo vissuto con voi, noi non abbiamo preso parte alle vostre gioie e ai vostri dolori ; voi siete venuti di là dal mare! Sì, certo l’ideale europeo, la concezione europea e in generale l’influenza europea si sono riflesse con forza nelle creazioni della nostra let-